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Filosofando

2018

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«essere più audaci e dire il proprio pensiero è da stimolo per i cotardi che riflettono» Mario

Sostengo che l’iPhone non ci appartiene, dal momento in cui ci viene chiesto di accettare le condizioni di attivazioni (che nessuno legge), e grazie soprattutto ad una politica commerciale fatta di prezzi elevati e i relativi servizi a pagamento irrinunciabili.

Mentre la nostra vita regolata dalla quotidianità va avanti, il mondo è cambiato. Si è evoluto in un modo che la maggior parte della gente non lo sa.

Se volessimo il rispetto delle persone che alimentano la nostra vita sociale, dovremmo porci la seguente domanda. Nei loro confronti come mi comporto? Sono cosciente delle esigenze altrui, o in senso machiavellistico agisco sempre per un mio fine personale?

Autodeterminazione in pericolo

17/09/18

Nei prossimi anni assisteremo a ulteriori cambiamenti sociali determinati da molte innovazioni tecnologiche, che avranno forti ripercussioni sul nostro modo di pensare, muoverci e comunicare. Un ritorno al passato non è possibile, dato che sono stati fatti dell’investimenti giganteschi, per “migliorarci” sempre più la vita, e aumentare il profitto. Nello scenario attuale i problemi complessi come il sistema borsistico, il traffico aereo e spaziale, la medicina che farà sempre più uso delle nanotecnologie, la produzione industriale e agricola e gli algoritmi che regolano la gestione del web, non sarebbero più pensabili senza l’ausilio della tecnologia. Stiamo convivendo sempre più con delle macchine comandate da degli algoritmi, e senza volere fare il saputello in queste complesse materie, vorrei tentare di spiegare come questi cambiamenti avverranno senza che nessuna costituzione giuridica di qualsiasi nazionale, possa in qualche modo tutelarci, dato che con il nostro tacito consenso o “I agree” noi consentiamo a chi ci “offrirà” i sui servizi, di agire indisturbato. Sostengo che l’iPhone non ci appartiene, dal momento in cui ci viene chiesto di accettare le condizioni di attivazioni (che nessuno legge), e grazie soprattutto ad una politica commerciale fatta di prezzi elevati e i relativi servizi a pagamento irrinunciabili. Oltre al mito dell’oggetto di culto, ottiene con i nostri dati dei ricavi mostruosi, che vende al miglior offerente che pagherà sotto forma di pubblicità. Fanno così anche le altre piattaforme digitali come FB, Amazon e Google. Niente di nuovo, tutto già letto e ancor più deplorevole osservando il nostro servilismo.

È un esempio di come per molti profani l'informatica, pur consumandone e subendone giornalmente diverse dosi in forma patologica, e in genere il progresso scientifico appaiono come una regione nebulosa, da usare e subire senza capirla. Come se fosse un mondo separato, riservato a tecnici, esclusivi depositari di un misterioso sapere e di un lessico esoterico, senza essere coscienti del grande potere che invece è nelle nostre decisioni quotidiane. Con l'obiettivo di svelarne l'arcano, l'immagine della macchina che fronteggia l'uomo è soprattutto uno strumento che sfugge sempre più al nostro controllo, ma è nelle mani di chi detiene il potere non politico ma finanziario, e spesso servendosi della politica difende i propri affari. Gestendo così propri capitali e investimenti, mentre i meno abbienti (noi) facciamo spesso debiti per comprare oggetti di cui non abbiamo veramente bisogno. I due comandamenti supremi sono, per il ricco investi per fare del profitto, e per tutti noi, consuma e indebitati. Già oggi siamo confrontati con, le macchine autonome, case intelligenti, chirurgia robotica, protesi pensanti, neura protesi per non udenti, super-muscoli artificiali per protesi umane e robot, per aumentare la produttività industriale, macchine in grado di sfornare pizze o qualsiasi oggetto. Molte di queste tecnologie saranno possibili, grazie all’introduzione del sistema di connessione 5g nel 2020. L’ecosistema industriale dei sistemi radiomobili cellulari si è mosso in forte anticipo e in sincronia verso la realizzazione di una sofisticata piattaforma multiservizio che permette la diffusione dei servizi Internet alle persone e alle cose, sarà in uno stato talmente avanzato che invaderà l’intero mercato globale, infischiandosene sia della nostra privacy, che delle implicazioni giuridiche che riguardano la sicurezza, in quanto non vi sono ancora sufficienti leggi che ci tutelino. Il Wi-Fi perderà ogni motivo di esistere, assieme alla telefonia mobile. Tutti i servizi verranno offerti tramite 5G, con una unica rete globale all’interno della quale acquisteremo contenuti, numeri telefonici al pari dei contenuti. Benvenuti nell’era della Internet of Things, e tutte le sue implicazioni. In questa orgia tecnologica non potevo omettere il tema dell’hackeraggio. Oggi siamo in grado di hackerare i computer ma, è in corso uno sviluppo di congegni che consentirà di prelevare i dati di ciò che succede all’interno del mio corpo e cervello e altri organismi viventi. Tramite Wearable, la tecnologia da indossare e che integra processori e sensori in quasi ogni oggetto di uso quotidiano: dagli indumenti alle scarpe, dai gioielli alle stoviglie, dai soprammobili ai giocattoli, tutto può essere reso intelligente e connesso. Tutti questi device connessi alla Rete, direttamente o indirettamente tramite lo smartphone dell’utente, producono una mole impressionante di dati dai quali è possibile scoprire molti aspetti della vita delle persone. Una compagnia assicurativa potrebbe per esempio decidere di acquistare l’azienda che produce il nostro bracciale per il fitness e utilizzare i dati registrati per desumere quanto moto facciamo, quanto siamo a rischio e calcolare di conseguenza il premio per la nostra polizza. Dunque per hackerare un essere umano bastano tre cose. Una buona capacità di calcolo, una rete 5G e una grossa quantità di dati. In particolar modo di dati biometrici, per intenderci non sulle nostre transazioni di acquisti, viaggi, spostamenti e conversazioni, già in buone mani e usati per molteplici scopi da anni, dai colossi del web e al servizio dell’apparato produttivo e sempre più anche politico. I dati biometrici, che danno forma ai miei desideri e alle mie scelte potranno rilevare i nostri sentimenti, desideri e opinioni, realizzando un profilo esatto di chi siamo, meglio di noi stessi, e saranno nelle mani di chi su mandato dei suoi azionisti, deciderà o manipolerà le mie decisioni, gusti e preferenze in molti ambiti. Con lo sviluppo informatico dell’apprendimento automatico dell’intelligenza artificiale, i progressi nel campo della biologia e delle neuroscienze, si prospetta la capacità reale di questo scopo. Quando si uniranno queste due forze (sviluppo delle tecnologie informatiche e sviluppo delle forze biotecniche) le macchine saranno in grado di hackerare gli esseri umani. La chiave probabilmente sarà il sensore biometrico che converte processi biologici in informazioni elettroniche, che ottenuta una sufficiente quantità di informazioni. Da pensatore critico, per scongiurare questo tecno-fascismo inviterei ad una riflessione sul pericolo di perdita di autodeterminazione e ad ‘una la spersonalizzazione completa di noi stessi diventando dei vessati della società.

La prospettiva che si presenta è quella del post-umano o del cyborg, che si contamina con macchine e protesi. È importante capire che non siamo più noi singole persone i responsabili delle macchine, loro non ci dominano né ci minacciano se viste singolarmente. È l’uso in mano a poche aziende, che preoccupa. L’accettare ciecamente tutto questo potrebbe essere chiamata “meccanizzazione inversa”, ovvero l’avanzare dello sviluppo tecnologico come espressione di un concetto molto sbagliato. Sbirciando nel futuro vedo “una produttività più voluminosa, intensificata da computer quasi onniscienti e una più ampia gamma di antibiotici e vaccinazioni, con un maggiore controllo sul nostro patrimonio genetico, con operazioni chirurgiche e trapianti più complessi, con un’estensione dell’automazione ad ogni forma di attività umana”. Il progresso sarà vedere l’insieme e tutte le sue parti, non soltanto il nuovo splendente gadget il cui scopo è quello di renderci la vita personale più facile o più sexy, il che di per sé contribuisce a creare disimpegno politico e culturale. In primis saranno il cambiamento climatico e la devastazione ecologica che dovranno essere le priorità assolute, oltre le disperate disuguaglianze sociali, che sono anche figli dell’enorme sviluppo dell’accentramento e del controllo delle tecnologie. Noi siamo i responsabili dei confini, noi siamo loro.


Animali o Dèi?

13/01/2018

Mentre la nostra vita regolata dalla quotidianità va avanti, il mondo è cambiato. Si è evoluto in un modo che la maggior parte della gente non lo sa. Dobbiamo cambiare le modalità di utilizzare la tecnologia stessa, per evitare di venirne impapocchiati, condizionati. Per tentare di capire come evitare questa bolgia tecnologica che sempre più ci spinge ad’ acquistare cose inutili, e dare in pasto l’intera nostra vita alle aziende, partirei dall’inizio della nostra breve storia su questo pianeta. Intorno all’ 8000 a.C. si sviluppò la Rivoluzione Agricola del Neolitico, e con essa nacquero le prime civiltà, che necessitavano di amministratori, operai e artigiani oltre ad una classe dirigente. C’era la necessità di un ideale di forza persuasiva che unisse le varie etnie o classi sociali, e che giustificasse coloro che erano al potere. Nacquero così le religioni con il loro sentimenti d'impotenza, d'angoscia e di dipendenza, relativi a certi fenomeni naturali o sociali, giustificando così la presenza dello schiavismo o della soggezione servile. In queste prime società antagonistiche o collettive (tribali, claniche, comunitarie, ecc.) tale atteggiamento religioso, mistico o irrazionale, era legato alla concezione del mondo delle divinità e alla loro vita, che avevano spesso sembianze di fenomeni naturali e del mondo animale, simboleggiando caratteristiche come la forza, la bontà, l’ira, la gelosia, l’amore a tante altre. Dato che l'uomo è prima un essere fisico per poi diventare animale politico e sociale distinguendosi dalla natura, così il suo dio diventa in seguito un essere politicamente controllato. Così l’Homo sapiens conquistò il mondo, grazie alle sue capacità di adattamento e di credere in miti collettivi come gli dei, il denaro, l’uguaglianza e la libertà, differenziandosi sempre più dal resto degli animali. Da alcuni secoli grazie al progresso scientifico/tecnologico una buona parte dell’umanità vive più a lungo e in condizioni migliori dal punto di visto nutritivo, sanitario e della sicurezza. L’Homo sapiens domina il mondo perché è l’unico animale a credere in cose che esistono puramente nella propria immaginazione, come dei, stati, denaro e diritti umani. Una prima deviazione ideologica si creò tramite l’evoluzionismo di Darwin, che nella lettura liberale dell’interpretazione politica, equipara la selezione naturale al meccanismo della libera concorrenza capitalistica. Una seconda deviazione avvenne con la corrente ideologica (scambiata per razzismo) chiamata “Eugenetica” (il termine è stato coniato nella seconda metà del XIX secolo), la quale ritiene che la soluzione di problemi politici, sociali, economici o sanitari possa essere raggiunta attraverso l'adozione di pretese soluzioni eugenetiche. La parola Eugenetica, si riferisce a tutto un insieme di teorie e pratiche miranti a migliorare la qualità genetica di un certo gruppo d'individui. Quest’ultima deviazione venne in seguito strumentalizzata durante l’ultimo conflitto mondiale. Nel passato le religioni e la mitologia preteso di regolare la vita quotidiana sulla base di spiegazioni irrazionali, frenando lo sviluppo che una classe sociale o una casta particolare utilizzò per condizionare l’esistenza di una determinata società o comunità. Io mi pongo il quesito, di cosa potrebbe succedere alle nostre vite, nel momento in cui questi vecchi miti come la religione, la famiglia, e la democrazia, verranno implementati sempre più con le nuove tecnologie quasi divine come l’intelligenza artificiale, l’ingegneria genetica, la risonanza quantistica o il rilevamento empirico delle onde gravitazionali? Per coloro che subiscono supini i loro destini, sedati e ignari piuttosto che educati dalla tecnologia, queste mie riflessioni hanno dell’inquietante e fantasioso. Mi auguro che usino quei pochi neuroni ancora liberi per prendere loro delle decisioni importanti guardandosi intorno il futuro che è già presente. Già oggi Google e Facebook conoscono i nostri gusti e le nostre preferenze politiche meglio di noi stessi. Cosa accadrà allo stato sociale quando gli algoritmi supportati dalla tecnologia digitale spingeranno gli uomini fuori dal mercato del lavoro creando una nuova e imponente “classe inutile”, e le nuove cattedrali della conoscenza come “la Silicon Valley” finirà per produrre nuove religioni oltre che nuovi gadget? Noi specie dominante abbiamo creato il denaro che è il sistema di fiducia reciproca più pluralistico mai esistito, e il capitalismo come la religione più di successo mai esistita. Noi serial-killer ecologici, con l’individualismo e la tecnologia come strumenti, siamo incoraggiati da stati e mercati ad essere molto più potenti dei nostri avi, ma siamo davvero più felici? Forse la storia è nata quando gli uomini da animali inventarono gli dei e finirà quando gli uomini diventeranno dei. Oggi il progresso non è solo nel mio personale “Big Brother” o scatola nera chiamato volgarmente cellulare, ma negli algoritmi che regolano il mondo finanziario, la borsa, la produzione industriale e il traffico aereo. Il News Feed di Facebook, le analisi dei dati della NSA per la sicurezza nazionale, per non parlare delle intercettazioni telefoniche e bancarie a livello globale, decideranno il nostro futuro, molto più delle prossime elezioni politiche. Temo che perderemo sempre più il ruolo dominante faticosamente conquistato e saremo considerati obsoleti come le audiocassette o la danza della pioggia. Oppure ci evolveremo a esseri geneticamente diversi con qualità e abilità pari agli dei. Basta digitare in Google “biologia sintetica” che alla pari del nostro dio già oggi riesce a creare nuove cellule per produrre artificialmente ogni oggetto e organo che necessitiamo. Governeremo ancora noi la nuova dea scienza o essa ci travolgerà? Come proteggeremo il nostro fragile pianeta e l’umanità stessa dai nostri poteri distruttivi, o saranno gli algoritmi creati da uomini che si credevano degli dei, che avranno il compito di salvare noi e tutta la bellezza che ci circonda? Ritorneremo meno evoluti e più simili agli animali quali eravamo, prima del nostro lungo cammino evolutivo, lasciando ogni responsabilità alle macchine, robot, algoritmi o come preferiamo chiamare. Sono convinto che se ognuno conosce sempre meglio i meccanismi che vogliono condizionarci, saremo noi a sfruttarli al meglio, piuttosto che farci sfruttare e usare a favore di altri. Spetta a noi la scelta a quali di queste due categorie appartenere.

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